LA CLIMATIZZAZIONE

 

 

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Sommario :

 

  Il compressore

  Il condensatore

  Capillare o valvola di espansione

  Tubazione di mandata

  L’evaporatore

  Tubazione di ritorno

  Ciclo frigorifero

  Rendimento del ciclo frigorifero

  Funzionamento in pompa di calore

 

 

Pompe di calore.

 

 

 

 

 

 

 

Il compressore .

 

 

 

La funzione del compressore è quello di aspirare gas a bassa pressione e a bassa temperatura, ad esempio +7°C o 4 bar, per poi portarlo con un’azione meccanica , a pistoni, palette, viti spirali ad una pressione maggiore pari a 100°C o 16bar.

Se si comprime un fluido gassoso, questo si riscalda raggiungendo una temperatura che è dovuta dalla relazione che si viene a creare tra pressione finale e quella iniziale, in genere in un frigorifero il rapporto di compressione che si viene a creare è pare a 4:1 e le temperature finali si aggirano attorno ai 100°C.

E’ di logica deduzione , allora dire, che lo sforzo meccanico del compressore nel comprimere il gas sia tanto più elevato quanto più è elevato il rapporto di compressione, pertanto la potenza del motore elettrico che mette  in funzione il compressore, deve essere maggiore se maggiore risulta il rapporto di compressione. Esiste, dunque un rapporto stretto tra assorbimento elettrico del compressore e il rapporto di compressione su cui questo sta agendo. Per capire come funziona un compressore basta semplicemente misurare la corrente assorbita.

Un altro aspetto da considerare è la temperatura del gas in ingresso la quale deve essere in grado di raffreddare la parte che interessa i fili elettrici del motore, quindi è importante che la temperatura del gas in aspirazione non superi i limiti indicati dal costruttore e che i compressori vadano lubrificati .Per quanto riguarda questa ultima parte c’è da dire che parte dell’olio che lubrifica i motori dei compressori, è già contenuto in esso, in questo modo si evita di creare problemi con altre parti del compressore, infine c’è da dire che l’olio che lubrifica i compressori è un olio specifico.

L’azione meccanica del compressore comporta che alcune parti di olio vengano trascinate fuori dal compressore stesso e che, poi vanno a riversarsi  nel circuito assieme al gas compresso, questo a lungo andare può provocare non pochi problemi al funzionamento meccanico, quindi per evitare questo inconveniente si seguono due strade:

o si introduce nel compressore un dispositivo capace di raccogliere le particelle di olio e di immetterle nella tubazione di aspirazione,

oppure non si raccoglie l’olio e si aspetta che esso venga trascinato per  tutto il circuito, finché esso non rientri nel compressore.

 

 

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Il condensatore.

 

 

 Il gas ad alta pressione e ad alta temperatura, viene inviato, attraverso delle tubazioni, in un condensatore o scambiatore di calore. Il gas che proviene dal compressore, nel condensatore, cede calore ad un fluido più freddo, che può essere aria esterna in una macchina condensata ad aria, acqua o qualsiasi altro fluido.

La quantità di calore che un condensatore o uno scambiatore di calore riesce a far fluire da un fluido all’altro dipende da tre elementi:

Q = quantità di calore,

D T = differenza di temperatura tra il fluido d’ingresso e quello dello scambiatore, se DT assume valori gradi tanto più grandi risulteranno i valori di Q,

S = indica la superficie dello scambiatore , tanto più grande è questa superficie tanto più grande sarà la quantità di calore scambiata,

K = indica il coefficiente di trasmissione di calore dello scambiatore , maggiore è questo coefficiente, tanto più grande sarà la quantità di calore trasmesso.

 

In simboli avremo:

 

Q = DT* S* K*

 

 

In un circuito reale , allora, non sarà possibile modificare nessuno dei parametri appena indicati, è possibile variare solo la temperatura dei fluidi che raggiungono lo scambiatore. La differenza tra la temperatura di condensazione e la temperatura del fluido refrigerante rimarrà invariata se rimangono inalterate le quantità di fluido tratto, ossia quello da scambiare. Poiché la temperatura di condensazione di un fluido dipende dalla sua pressione, allora si può dire che tanto è più grande la pressione , tanto è più grande la temperatura di condensazione, inoltre il volume specifico  del gas è molto più grande del volume specifico della sostanza allo stato liquido, infatti il compressore spinge all’interno del condensatore sempre la stessa quantità di gas refrigerante, se trascorre un certo lasso di tempo una quantità di gas si condensa diventando liquida, e libera un certo spazio, per cui il nuovo gas introdotto dal compressore saprà dove andare e la pressione, allora, raggiunge livelli normali. Per far entrare un volume di gas maggiore bisogna aumentare la pressione, quest’ultima raggiungerà il suo stato ottimale , quando la temperatura sarà aumentata a sufficienza, e verrà scambiata, dunque, una quantità di calore pari al calore latente di condensazione  del gas che entra.

Se la temperatura del fluido refrigerante diminuisce, si verificherà lo stesso fenomeno , ma , in senso contrario.

La pressione viene scelta in modo che sia possibile il trasferimento di calore nel successivo scambiatore di calore e cioè l’evaporatore.

 

 

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Capillare o valvola di espansione

 

La funzione di questo apparecchio è quella di far diminuire la pressione del liquido fino ad un valore predeterminato .In parole povere si può paragonare ad un rubinetto in cui tanto più viene strozzato il passaggio del liquido, tanto minore è la pressione a valle.

Costruttivamente in commercio si possono avere dispositivi costituiti da soltanto un foro tarato, da tubicini capillari con fori di diametro opportunamente piccole o in casi più complessi vere e proprie valvole con otturatore ( vedi figura ) in grado di  modulare il flusso del liquido .

 

 

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Tubazione di mandata.

 

 

Si incontra, adesso, la tubazione di trasferimento del fluido dalla unità esterna a quella interna, con l’interposizione della valvola di sezionamento. E’ importante che il diametro di questa tubazione non determini perdite di carico. A tale proposito è necessario che la differenza di pressione all’uscita della macchina e all’ingresso dell’unità interna sia minima, cioè non deve rilevarsi sui manometri. La perdita di carico nella tubazione dipende dalla lunghezza e dalla curve delle tubazioni, quindi bisogna fare attenzione sia alle lunghezze che alle curve dei tubi.

 

 

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Evaporatore.

 

 

L’evaporatore è situato nell’unità interna e la sua funzione è quella di far attuare lo scambio di calore tra refrigerante e l’aria ambiente.

La quantità di calore scambiata è sempre Q, quindi se si considera K la temperatura ambiente e quella del fluido, come l’aria in ingresso, per massimizzare il  ΔT ossia la quantità di calore scambiata , conviene diminuire al massimo la temperatura d’ingresso del fluido, come il refrigerante, senza scendere sotto lo zero.

Nello scambiatore il refrigerate liquido si trasforma in gas, avviene l’evaporazione, prendendo il calore latente di evaporazione all’aria ambiente che uscirà raffreddata.

Per ottenere un dimensionamento corretto è necessario scambiare tanto calore da poter trasformare tutto il liquido in gas, quindi all’uscita dell’evaporatore il refrigerante diventerà gas.

Se il calore non venisse scambiato completamente , parte del fluido refrigerante liquido non si trasforma in gas rimane allo stato liquido arrivando così nel compressore causandone la rottura meccanica. Per evitare ciò, viene dimensionata con larghezza la superficie di scambio dell’evaporatore che consente di scambiare, in condizioni normali, una quantità in più di calore per trasformare tutto il liquido in gas. Il calore in più aumenterà sempre di più la temperatura del refrigerante divenuto gas e la differenza tra la  temperatura di trasformazione e quella reale in uscita del refrigerante dell’evaporatore si surriscalderà. In questo caso la quantità di calore scambiato dipende dalla quantità di refrigerante che c’è in circolo, per cui un aumento di carica provoca un diminuzione di surriscaldamento.

Un’osservazione da fare è questa: una diminuzione della portata di aria da raffreddare , provoca una diminuzione all’istante del margine di sicurezza, quindi una diminuzione del surriscaldamento arrivando, così al caso in cui non tutto il liquido si trasformi in gas, quindi, nel compressore possono esserci ritorni di liquidi. Fenomeno, che si verifica prima o contemporaneamente all’aumento di ΔT a causa di una diminuzione  della portata del fluido raffreddato, ma il compressore sarà già rotto.

Di norma un dimensionamento è fornito di un ventilatore , quindi con il ΔT minimo si ottiene una differenza tra entrata ed uscita dell’aria che varia dai 12° C ai 15°-16° C con il ventilatore che gira al minimo.

Allo stato liquido il refrigerante, che entra nell’evaporatore, porta con se un po’ di olio disciolto, e nella procedura dello scambio il refrigeratore diventa gas mentre l’olio no . A tal proposito si è pensato di trasportare l’olio con un sistema molto elementare come quello del trasporto del grano e dei trucioli di legno. In breve nella tubazione si fa passare un getto d’aria e a questa si mescola una certa quantità di trucioli o elementi simili, nel tubo l’aria raggiunge una certa intensità che fa galleggiare gli oggetti piccoli, quest’ultimi così verranno infatti trasportati per tutto il percorso del tubo.   

 

 

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Tubazione di ritorno.

 

Dall’evaporatore si passa alla tubazione dove il refrigerante dall’unità interna passa all’unità esterna. Anche qui le perdite di carico devono essere minori. Ciò che differisce le tubazioni di ritorno da quelle di mandata e che la velocità del gas  all’interno della tubazione deve essere sufficientemente elevata così può trasportare con se quelle particelle di olio lubrificante,che ritorna poi al compressore. Si deve creare un equilibrio tra le perdite di carico e la perdita di rendimento del sistema da esse causate.

 

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Ciclo frigorifero.

 

Il funzionamento del sistema sopra descritto si può semplificare attraverso tre elementi:

1)Evaporatore: sottrae da un flusso esterno il calore latente di evaporazione. Il sistema in condizioni di bassa pressione e temperatura assorbe calore si dice a Basso livello Energetico.

2) Compressore. Aumenta sia la pressione che la temperatura del refrigerante gassoso. Consumando energia, che viene presa dall’esterno, il fluido refrigerante raggiunge un Livello Energetico Alto.

3) Condensatore. Si cede ad un flusso esterno del calore latente di condensazione. L’energia assorbita nell’evaporatore viene espulsa dal sistema ad un Livello energetico più alto.

 

 

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Rendimento del ciclo frigorifero.

 

In genere si parla di rendimento del ciclo frigorifero quando si confrontano l’effetto di una macchina, durante il suo funzionamento con l’energia che gli serve per il funzionamento stesso. Il rapporto tra l’energia assorbita dall’evaporatore misurata in KW e l’energia elettrica  necessaria per il funzionamento complessivo in KW iene definito E.E.R ( Energy  Efficency Ratio). Tale rapporto non è costante e varia a seconda la temperatura o pressioni in funzionamento sia nella macchina di condensazione che in quella di evaporazione. Il confronto degli E.E.R può avvenire solo in condizioni identiche.

 

 

Osservazioni sul funzionamento.

 

Un circuito frigorifero, in realtà,è molto simile ad un una pompa di energia, per cui la macchina può funzionare sia per riscaldare che per raffreddare, quindi un circuito frigorifero può essere utilizzato sia per l’effetto evaporatore, utilizzando l’aspirazione della pompa, che per condensatore utilizzando la mandata. Tutto ciò viene ulteriormente semplificato attraverso l’installazione di una valvola a vie. (fig.6 p.11).

 

 

 

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Funzionamento in pompa di calore.

 

Il condensatore e l evaporatore per svolgere il loro compito devono essere dimensionati per un corretto funzionamento. La temperatura di funzionamento in un evaporatore, in estate deve essere maggiore di 20° C, in inverno la temperatura deve essere al di sotto dei 0° C. Per il rendimento, tanto più fa freddo fuori, tanto minore è la quantità di calore che si utilizza per il riscaldamento, ma se ciò avviene, la condensa che si forma sulle alette dell’evaporatore, si trasforma in ghiaccio. Una superficie di scambio ricoperta di ghiaccio non ha lo stesso coefficiente di scambio termico della stessa superficie pulita, ma è inferiore. Tutto ciò determina una diminuzione della quantità di calore scambiato ed un aumento del ΔT , diminuendo la temperatura di evaporazione che peggiora le cose, il refrigerante liquido riesce a trasformarsi in gas ma si avranno dei ritorni di liquidi al compressore con risultati di rotture.

Per evitare l’effetto ghiaccio è necessario inserire un dispositivo il quale si può creare con la semplice inversione del flusso refrigerante, o con l’applicazione di una valvola a 4 vie ed inviare così , il gas caldo uscente dal compressore nello scambiatore, in questo il modo il ghiaccio si scioglierà e si tornerà ad un normale funzionamento.

Il rendimento della pompa si definisce come la quantità di calore ceduta dal condensatore misurata in KW, questo rapporto prende il nome di C.O.P. (Coefficient of Performance)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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